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sabato 12 agosto 2017

La qualità dell’aria che respiriamo

Come tutte le estati è iniziato l’assalto alla penisola. Auto, moto, pullman si riversano  su un territorio incapace di accogliere questa enorme massa di veicoli. Per i locali i tempi anche della più banale delle commissioni si allungano a dismisura. Queste le conseguenze visibili, ma quelle invisibili vogliamo continuare ad ignorarle? Da tempo il Movimento 5 Stelle in penisola sorrentina si batte per ottenere dalle amministrazioni locali un continuo e serio monitoraggio della qualità dell’aria.

A Sorrento, Sant’Agnello e Meta sono state protocollate delle richieste di installazione di centraline per la rilevazione dell’inquinamento atmosferico e tutto a costo zero, grazie ad un emendamento in legge di stabilità regionale, 1/2016 del nostro consigliere Gennaro Saiello. La richiesta è stata IGNORATA da ogni singolo comune! Ciò che in altre città è la norma da tempo immemorabile qui sembra essere fantascienza. Proteggere la salute dei propri cittadini controllando l’aria che respirano e prendere gli opportuni provvedimenti in caso di sforamento dei valori ammessi per i singoli agenti inquinanti dovrebbe essere cosa buona e giusta in ogni luogo. Qui sembra non essere così. Un discorso a parte merita il Comune di Piano dove il consigliere 5 stelle Salvatore Mare ha provveduto a portare in Consiglio Comunale la richiesta di installazione delle centraline.
L’amministrazione ha tuttavia ignorato la modalità proposta, ed ha chiesto all’ARPAC in quale modo intervenire. L’agenzia regionale per la protezione ambientale ha deciso di effettuare un controllo temporaneo della qualità dell’aria utilizzando un furgoncino mobile  posizionato per  un breve periodo in piazza Cota, luogo per altro non concordato ma deciso senza fornire spiegazioni, e poi spostato alle falde del Vesuvio durante l’emergenza incendi.  Non discutiamo in questa sede la scelta del sito e siamo contenti che  l’amministrazione di Piano abbia dimostrato un po’ di sensibilità rispetto ad un problema che riguarda la salute pubblica. Ciò che ci lascia perplessi è la poca lungimiranza dimostrata nel preferire un controllo limitato nel tempo piuttosto che l’installazione di centraline permanenti, che avrebbero fornito dati 365 giorni all’anno.

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