Il ricorso da parte delle P.A. dei comuni della penisola sorrentina, di affidare appalti senza pubblicazione di bandi con l’utilizzo alla procedura di affido diretto, lascia basito chiunque faccia una ricerca sui siti dei comuni nella sezione trasparenza. Il nostro portavoce Sen. Sergio Puglia, sempre attento alle problematiche peninsulari e sempre dalla parte della legge, ha presentato un interrogazione parlamentare (potete leggerla qui) ai Ministri per gli affari regionali e le autonomie e dell'interno, per attivarsi presso le amministrazioni interessate, al fine di approfondire l'esistenza, nella penisola sorrentina, di un vero e proprio sistema che consente di assegnare appalti a cooperative che forse non potrebbero essere vincitrici di gare regolari. L’art. 125 del Codice Appalti prevede, infatti, al comma 13 che nessuna prestazione di beni o servizi possa essere artificiosamente frazionata, per sottoporla alla disciplina delle acquisizioni in economia. Con il comunicato del 16 aprile 2015 l ’A.N.A.C. ha lanciato un allarme per il reiterato abuso delle procedure di affidamento diretto e di acquisti in economia da parte di alcuni Comuni italiani. E’ emerso che 90 comuni su 116 sarebbero incorsi in "anomalie nella ripetizione contrattuale”, avendo sistematicamente disapplicato le norme del Codice Appalti sul calcolo del valore stimato dell’appalto (art. 29 del d.lgs. 163/2006), specie in caso di contratti di servizi e forniture ripetuti nel tempo.
L’ANAC ha poi rilevato
un’ulteriore criticità e abuso da parte delle stazioni appaltanti,
rappresentato dall’artificioso frazionamento delle commesse,
per eludere i limiti di legge alle procedure in economia e agli affidamenti
diretti. L’ ANAC ha
riconosciuto che un così massiccio utilizzo della procedura negoziata è
comunque illegittimo, poiché contrasta con
il carattere di eccezionalità attribuito ad essa
dalla normativa vigente. Poiché queste procedure sono meno
garantiste e possono facilmente prestarsi ad abusi (ad
esempio attraverso un artificioso frazionamento delle commesse), l’Autorità ha
invitato le Stazioni appaltanti ad emanare regolamenti interni a prevenzione di
tali fenomeni.
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