Ho voluto attendere qualche giorno prima di dare una valutazione all’esito
dell’incontro romano di martedi scorso: Gente di Mare - mai più discriminazioni.
Potrei cominciare dal 2007, quando ho iniziato a battagliare per la soppressione
dei titoli professionali, o dal 2008 quando insieme ad altre associazioni
marinare fondammo la LAAM (Lega Autonoma delle Associazioni Marinare) o dagli
anni spesi in giro fra Viareggio, Messina, Porto Santo Stefano, Roma, fino a
quel 12 gennaio 2014 a Castellammare di Stabia, al primo incontro tecnico con i
portavoce del M5S.
Potrei, ma comincio questa mia breve dissertazione dal mese scorso,
quando partecipai a Vico Equense ad un incontro organizzato dal MeetUp locale
con il sen. Sergio Puglia:
si parlava di Microcredito, di RC auto equa ed inevitabilmente il discorso finì sul nuovo ennesimo taglio del governo, quello concernente i lavoratori stagionali e all’indennità di disoccupazione dimezzata.
si parlava di Microcredito, di RC auto equa ed inevitabilmente il discorso finì sul nuovo ennesimo taglio del governo, quello concernente i lavoratori stagionali e all’indennità di disoccupazione dimezzata.
Notai la palese indignazione del senatore e dissi: “Perché questi
sentimenti d’ingiustizia e d’oppressione non si manifestano per la situazione
dei marittimi italiani”? Eppure la marineria era il motore, insieme al turismo,
dell’intera economia dei paesi sorrentini.
Chi più chi meno, i portavoce del M5S sono tutti disponibili, ma non
mi aspettavo un appuntamento per il venerdì successivo per approfondire le
problematiche del settore marittimo. Tre ore “full immersion”, di dedizione
totale, di lettura e studio di una mezza risma di stampati, per capire a
fondo, non superficialmente o tanto pe’
fa vedè.
Ed è grazie a questa dedizione che gli on. Gallo e Puglia, sono riusciti
a mettere in evidenza le contraddizioni ed i balbettamenti, la scarsa
conoscenza del STCW code e della marineria in genere, da parte dei nostri
dirigenti.
Tiro le somme e sono molto soddisfatto; non perché abbia potuto dire
ciò che penso ad un dirigente del MIT, anzi la cosa mi ha rammaricato poiché avrei
voluto avviare una discussione seria sul decreto ministeriale 121 del 10 maggio
2005, che tanto sta danneggiando un settore marittimo dai numeri importanti,
parlo di quello del diporto, ma ho dovuto arrendermi davanti all’evidenza che
si parlano due linguaggi diversi, e non c’è la volontà e l’umiltà da parte del
Ministero, d’avvicinarsi alla materia “mare”.
La dottoressa Cantoni ha portato un documento incontestabile sulle
cifre degli incidenti in mare riguardanti le imbarcazioni da diporto.
Dottoressa, quei dati sono riferiti ai diportisti, i marittimi non fanno
diporto, lavorano. E se la mia interlocutrice non riesce nemmeno a comprendere
che non c’è alcuna differenza della tipologia di lavoro svolta fra diporto
privato e diporto commerciale, e se non c’è volontà di comprendere allora il
confronto è inutile, diventa scontro, me ne dispiaccio fortemente e sono il
primo a porgere le mie scuse ai presenti.
Perché allora sono molto soddisfatto: non mi ritengo appagato da
promesse politiche che potrebbero lasciare il tempo che trovano poiché il M5S è
all’opposizione, ma lo sono dal fatto che finalmente una forza politica ha
evidenziato a livello istituzionale la crisi del comparto e l’incapacità del
Ministero di affrontare il più semplice scambio dialettico.
E sono ancora più contento poiché abbiamo avuto attenzione anche dal
vicepresidente della Camera on. Luigi Di Maio il quale, nonostante sia
chiaramente oberato di lavoro (n.d.r. io
stesso ho visto la mole impressionante di cartelle sulla sua scrivania),
dopo averci ricevuto ha voluto il mio dossier sul DM 121/2005 con il quale ne
evidenzio i vizi e le criticità.
Allora, aldilà delle mie ben note simpatie politiche e anche se questo
articolo non vorrebbe essere uno spot, sento forte il bisogno di dare merito ai nostri cittadini portavoce del Movimento
5 Stelle se si è riusciti ad organizzare una manifestazione simile.
Chiudo citando l’articolo tre della nostra costituzione che Sergio
Puglia ci rammenta: È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine
economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei
cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva
partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e
sociale del Paese.
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