Siamo a Settembre, i turisti negli alberghi della penisola diminuiscono e il mare sembra, come ogni anno in questo periodo, ritrovare la sua naturale purezza. Ma come è andata nei mesi da Aprile a Settembre?
Per questa indagine ci avvaliamo dei dati Arpac disponibili sul sito https://goo.gl/ShJfs5. Il 2018 sembra ricordare, sempre secondo le rilevazioni dell'Agenzia Regionale di Protezione Ambientale, l'anno 2015, quando i dati erano tutt'altro che confortanti. Ma oggi abbiamo il depuratore di punta Gradelle, un opera pubblica di 43 milioni di euro, destinato a smaltire le acque nere dei comuni della penisola, circa 140.000 abitanti. La portata base del depuratore è di 1250 metri cubi di liquame, il carico massimo di 8500 metri cubi in caso di grandi piogge.
Il mare spesso ci sembra sporco, quando magari non lo è e pulito quando invece parametri di leggi impediscono di tuffarci. Ma come fare a capire allora? I due valori che vengono presi in esame nelle analisi dell'Arpac per poter dire se il mare è pulito, sono gli Enterococchi intestinali, valore limite 200 UFC ogni 100ml di acqua, (di colore verde nei grafici sotto) ed Escherichia coli, valore limite 500 UFC ogni 100ml di acqua (di colore azzurro). Abbiamo tralasciato i valori pari a 10, che sono per intenderci quelli delle acque più pulite di Massa Lubrense (Baia di Ieranto o Fiordo di Crapolla) durante tutto il periodo estivo e inserito nella chart solo quelli che vanno da 20 a 2005. Valori, questi massimi, che sono purtroppo frequentemente rilevati in "Punti Prelievo" come il Miramare a Castellammare o la Spiaggia Molo di Ponente di Torre Annunziata, per intenderci. Pozzano però, nei tre punti prelievo stabiliti, ha fatto registrare tutta l'estate, valori da bandiera blu, da 10 a 30! Come è facilmente osservabile dai diagrammi, sono molti di più i prelievi e i rilevamenti che vanno oltre il fatidico 10 negli anni 2017 https://goo.gl/zXAhVm ma soprattutto 2018 https://goo.gl/a3LNQs, rispetto al 2016 https://goo.gl/tyrtsH. Sono altresì evidenti anche i picchi molto più numerosi e preoccupanti nel 2018.
I dati che abbiamo inserito sono relativi ai punti prelievo che possiamo chiamare "La Conca" (giusto per capirci, dal momento che viene indicato come punta scutolo nei documenti Arpac) e il "Purgatorio". I limiti dei 200 e 500 UFC per 100ml sono stati superati il 13, il 19, il 23 Giugno e il 3 Luglio. Praticamente sempre e in più prelievi - durante queste date - al Purgatorio e solo nella data del 13 Giugno alla Conca. I prelievi avvengo secondo un calendario stabilito oppure come Punto Studio (in corrispondenza di potenziali fonti di inquinamento) o, ancora, in "Emergenza" come, ad esempio, è avvenuto il 13 Giugno.
Le acque che superano questi limiti sono considerate non idonee alla balneazione. Ma per ognuna di queste aree marine classificate come "SCARSA" (in una scala che va da questa a Sufficiente, a Buona a Eccellente), le Amministrazioni Comunali, ai sensi del D.lgs 116/08 https://goo.gl/5nj4R3, dovrebbero non solo impedire l'esposizione dei bagnanti all'inquinamento ma anche individuare le cause e le ragioni del mancato raggiungimento dello status di sufficiente; impedire, ridurre o eliminare le cause dell'inquinamento; garantire informazione al pubblico.
Premesso che le ragioni sulle quali si discute da anni, oramai, prima ancora che si inaugarasse il depuratore, sono sempre le stesse: separazione delle acque bianche dalle acque nere, pulizia dei valloni ecc, il punto sul quale vorremmo soffermarci è proprio questo dell'Informazione al Pubblico. Il sindaco, in qualità di ufficiale di governo, nei casi in cui sia necessario, deve prevenire ed eliminare gravi pericoli per l’incolumità pubblica.
Ora, per potere aver avere la bandiera blu (i valori richiesti dalle analisi per poterla ottenere sono esattamente la metà rispetto a quelli che abbiamo indicato per la balneabilità: 250 e 100 UFC), in penisola sorrentina ce ne sono sette, a Meta bisognerebbe aspettare 4 anni da questo. Ma è evidente che non è alla medaglia da appuntare sul petto e da come la si ottiene, che stiamo facendo riferimento, (S.Agnello è a soli 50 metri a sud e 50 metri a nord di bandiere blu pur non avendola), vorremmo invece, concentrare l'attenzione sulla sicurezza dei bagnanti e sul superamento dei limiti di legge che dovrebbero essere se non evitati, almeno resi pubblici. I "troppo pieno" garantiscono che un flusso d'acqua che non potrebbere essere sopportato dalle condutture e dalla rete fognaria, soprattutto quando ci sono forti piogge, sia riversato in mare senza passare dal depuratore. In attesa della separazione delle acque bianche dalle acque nere, un sistema di sensori di livello che elettronicamente rilevino l'emergenza del Troppo Pieno, potrebbe essere una soluzione semplice ad avvisare la popolazione. In sostanza prima che ci siano rilievi e analisi dell'ARPAC o che il sindaco rediga la sua ordinanza di divieto di balneazione, avvisatori acustici o opportuna segnalazione luminosa potrebbe mettere in guardia i bagnanti sul rischio di immergersi nelle acque di un determinato stabilimento balneare. Spesso i problemi o i rischi alla nostra salute sono facilmente idenficabili e risolvibili e il turismo non ne viene penalizzato come spesso ci sentiamo dire da chi vuole nascondere i rischi o negari gli allarmi che il nostro mare ci invia. Sulle stazioni sciistiche nessuno si sognerebbe di nascondere ai turisti la minaccia di una tormenta di neve o di una slavina e il rischio di agitazioni o disordini in paesi stranieri,
viene solitamente segnalato dalla Farnesina a beneficio di coloro che intendono recarvisi in vacanza.
viene solitamente segnalato dalla Farnesina a beneficio di coloro che intendono recarvisi in vacanza.
Se ciò non bastasse si aggiunge anche una valutazione che l'Arpac fa delle acque costiere dal punto di vista chimico. La mappa sempre consultabile sul sito, nella sezione aree tematiche, https://goo.gl/o3FVjk ci indica una qualità non buona delle acque in tutta la Penisola Sorrentina. Per essere definito Buono, cosi come indicato dal DM 260/10 https://goo.gl/y3cMEe, deve soddisfare gli standard di qualità ambientale ed a tale scopo lo stesso Decreto riporta l'elenco delle sostanze di priorità suddivise in sostanze pericolose (P), sostanze pericolose prioritarie (PP) ed altre sostanze (E), (si rimanda alla cartografia interattiva per le risultanze chimiche di ogni singolo corpo idrico o in alternativa al seguente file Kml). Nell'immagine sopra, una rappresentazione grafica dello stato delle acque costiere regionali relativo ai monitoraggi 2013-2015, siamo in attesa di quelli di questo triennio. Ma cosa c'è nel nostro mare? Quanto è sicuro un tuffo nel mare che attira milioni di turisti ogni anno? Senza fare allarmismi, è un nostro diritto saperlo.