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giovedì 1 marzo 2018

Sorrento... La negata libertà di manifestazione.

La libertà di manifestazione del pensiero o libertà di coscienza è un diritto riconosciuto negli ordinamenti democratici.



Da un articolo on line leggo inorridito la denuncia da parte di uno studente del liceo Scientifico Salvemini di Sorrento. Questo quanto denunciato:  Nei giorni scorsi c’è stata una polemica sulla chiusura delle scuole, con Sorrento che è stato l’unico comune a non aver provveduto con un’ordinanza: a scuola c’è stato il caos, e sicuramente non per colpa della preside, della dirigenza scolastica o di noi rappresentanti. Stamattina abbiamo partecipato all’orientamento universitario organizzato dallo stesso Comune e, appena il sindaco Giuseppe Cuomo è salito sul palco per portare i suoi saluti agli studenti, molti ragazzi (me compreso) abbiamo deciso di manifestare il nostro disaccordo con la gestione del rischio meteo in maniera pacifica, fischiandolo.   Il risultato? L’assessore Massimo Coppola si è avvicinato a me, e dandomi uno schiaffetto dietro la testa mi ha obbligato a uscire dalla sala dicendomi “Devi ringraziare che sono assessore, altrimenti ti avrei ucciso di mazzate qui a terra”. Alla luce dei fatti, il minimo che  l’ assessore Coppola possa fare è quello di chiedere pubblicamente scusa e di rassegnare le proprie dimissioni. Un rappresentante delle istituzioni non può assolutamente tenere  un tale vergognoso comportamento. Forse l’assessore Massimo Coppola non sa che il diritto a manifestare il proprio disappunto è sancito dalla legge? E precisamente dall' art. 21 della Costituzione della Repubblica italiana:
"Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. Ogni individuo ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera".
Questa è la misura di una classe politica lontana dai cittadini e dai giovani, utilizzati nel periodo elettorale come pacchetti di voti da abbindolare con false promesse.

Lotito Rosario



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